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Alcuni negozi online offrono infiorescenze di cannabis light con livelli di CBD estremamente elevati. Mentre alcuni di essi dichiarano percentuali di CBD del 20% o addirittura 24%, altri fanno sollevare un sopracciglio dichiarando CBD minore del 22.5%

Piantine agli steroidi? Bufale? Negozi per allochi?

Vedendo queste informazioni e ricordando quanta cura abbiamo messo nel nostro processo di produzione, abbiamo storto il naso…

Chemovars e legalità in Italia

Le piante di cannabis possono essere categorizzate in 3 gruppi, detti chemovars, a seconda del rapporto tra THC e CBD contenuto nelle infiorescenze:

  1. Alto THC e basso CBD (alto rapporto THC/CBD)
  2. Livelli simili di THC e CBD (rapporto THC/CBD 1:1)
  3. Basso THC e alto CBD (basso rapporto THC/CB)

Nonostante ci sia molto da dire sui questi gruppi e sui diversi effetti che hanno sull’organismo, in questo articolo ci interessa soltanto il terzo gruppo cannabis light, in quanto l’unico con livelli di THC sufficientemente bassi da essere legale in Italia (THC< 0.5%).

Relazione tra THC e CBD

Posto che tutte e varietà con basso THC e alto CBD sono frutto di un accurato lavoro di genetica, al momento i dati ci dicono che soltanto poche varietà in eccezionali condizioni di coltivazione hanno registrato un livello di CBD del 20%. Questo tipo di risultato richiede un altissimo grado di conoscenza e risorse che non pensiamo sia presente in tutte quelle realtà commerciali che dichiarano un livello di CBD del 20% o addirittura maggiore.

Per approfondire leggi l’articolo di Leafly, uno dei siti sulla cannabis più importanti (in inglese).

Per presentarvi qualche dato, sempre dal sito di Leafly, abbiamo analizzato una serie di dati provenienti da delle analisi chimiche condotte su più di 1200 varietà di cannabis light.

Qui presentiamo solo quelle con il più elevato contenuto di CBD con un contenuto di THC tra 0% e 1% (terzo gruppo).

Tabella 1 – Livelli di THC e CBD in 13 varietà di cannabis light. Evidenziate le varietà che superano lo 0.5% di THC (limite legale in Italia)

Da questi dati osserviamo che:

I dati del Piccolo Laboratorio Alpino

Nel nostro piccolo, anche noi abbiamo i nostri dati di laboratorio ;-).
Vediamo ora cosa ci suggeriscono!

Al Piccolo Laboratorio Alpino abbiamo prodotti con diversi livelli di CBD che vanno dal 1% (Il Mondo di Amelie) fino al 15% (Leningrad Cowboys) e ovviamente tutti i prodotti hanno un valore di THC inferiore allo 0.5% (quindi appartenenti anch’essi al gruppo 3).

Guardano alle analisi chimiche, osserviamo che le piante con più CBD hanno anche più THC e ad un incremento dello 0.1% in THC corrisponde un incremento del 3.6% del CBD (Figura 1). Quindi, secondo questo modello, le piante che raggiungono la soglia dello 0.5% di THC potrebbero contenere un massimo del 18% di CBD.

Figura 1 – Relazione tra THC % e CBD % nelle piante di cannabis light del Piccolo Laboratorio Alpino (anno 2019).

Anche secondo i nostri dati, le infiorescenze di cannabis light dovrebbero raggiungere dei valori massimi di CBD del 15%-18%, dopodiché il THC supererebbe la soglia dello 0.5% imposta dalle “legge”.

E quindi cosa acquistare?

Ritornando alla domanda iniziale: è veramente possibile ottenere valori del 24%-25% come alcuni negozi dicono?

False percentuali sulle etichette? CBD aggiunto sulle infiorescenze secche? Tutte risposte possibili.

Tuttavia, siamo sicuri che non si tratta di coltivazione naturale!

Acquistate saggiamente 😉

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