Cannabis light, canapa, marijuana: qual’è la differenza?

Un prima cosa da dire è che è difficile avere una definizione chiara e condivisa di questi termini perché le definizioni cambiano a seconda che consideriamo le caratteristiche fisiche (come ci appare), gli effetti sull’organismo, la composizione chimica, le implicazioni legali, oppure come la gente utilizza il termine nelle comunicazioni di tutti i giorni.

La Cannabis come pianta

Iniziamo dalle basi. Cannabis e canapa sono due termini spesso usati per descrivere la stessa cosa: un genere di pianta verde che fa parte della famiglia Cannabacea. Noi preferiamo utilizzare il termine cannabis in quanto è il termine scientifico comunemente utilizzato anche a livello internazionale. Quindi, dal punto di vista biologico, la cannabis è un genere di pianta nella famiglia Cannabacea che consiste in circa 170 specie tra alberi e piante, come ad esempio il luppolo (classificazione delle piante) . La cannabis è stata suddivisa in tre specie primarie: Cannabis sativa, Cannabis Indica, e Cannabis Ruderalis, anche se alcuni ritengono che ci sia una sola specie, la cannabis Sativa proveniente dell’Asia Centrale. Comunque sia, queste specie, a loro volta, includono diverse varietà, come ad esempio la cannabis Sativa Finola, cannabis Indica Orange Bud, etc. che sono i nomi che si trovano sul mercato.

Marijuana vs. cannabis light

Abbiamo detto che il termine cannabis si riferisce a un vasto insieme di le piante. Tuttavia, le caratteristiche chimiche di queste piante (cosiddetti chemovars) e di conseguenza gli effetti sull’organismo presentano delle importanti differenze e sono proprio queste differenze a distinguere la cosiddetta cannabis light dalla marijuana. Questi termini sono spesso mal compresi. Cannabis light e marijuana non sono delle specie di piante, bensì delle semplici classificazioni della pianta di cannabis basate sulla quantità di THC contenuta nella pianta stessa. Infatti, quando si parla di marijuana la gente si riferisce di solito alle piante di cannabis con un alto contenuto di THC aventi effetti psicotropi (cioè capaci di alterare lo stato mentale), mentre si usa il termine cannabis light per indicare quelle piante di cannabis con un basso contenuto di THC e un più o meno elevato contenuto di CBD. Ma quanto basso? Infatti, non è detto che le piante con un basso livello di THC abbiano un livello abbastanza basso da poter essere considerate piante di cannabis light!

La cannabis è light solo se è legale

In teoria la cannabis è light se il THC contenuto in essa è così basso da non aver effetti psicotropi. In pratica, perché una pianta di cannabis sia light deve avere un contenuto di THC inferiore al limite di legge, il quale viene espresso in % di THC presente in una pianta secca rispetto al peso totale della pianta (anch’esso a secco). Questo limite varia di paese in paese. Definendo un limite legale, si cerca di far sì che il THC sia così basso da non avere nessun “effetto drogante” (cioè effetto psicotropo). Tuttavia, determinare quale quantità di THC abbia un concreto effetto psicotropo rimane oggetto di controversia, per ragioni sia scientifiche sia sociali. Controversie a parte, ad oggi, anche se una legge specifica ancora manca, per la legge italiana la cannabis è legale, e quindi cannabis light, se il livello di THC è inferiore al 0.5% del suo peso a secco. Il livello di CBD, invece, non è limitato dalla legge, perché il CBD non ha effetti psicoattivi, ma al contrario è attualmente oggetto di grande interesse scientifico per i suoi possibili effetti benefici e terapeutici. Diffidate tuttavia di livelli che superano il 15%-18%. Tutte le infiorescenze offerte dal Piccolo Laboratorio Alpino sono ad alto livello di CBD e basso livello di THC e il THC è sempre al di sotto dei limiti indicati dalla legge italiana cioè minore dello 0.5% e minore di 10 mg per confezione (vedi le nostre analisi di laboratorio in ogni scheda prodotto). Provate!